giovedì 1 ottobre 2009

Comunicazione logica o analogica : che dilemma!

La parola comunicazione racchiude molte varianti di significato e molte parole quali “indicare”, “parlare”, “informare” e cosi via.

Con gli anni comunicare a parole, per farsi capire, è diventata la cosa più importante ma con essa è arrivata pure la prima delusione :
per quanto ci sforziamo di padroneggiare il linguaggio delle parole, alla fine non ci sentiamo capiti!

Come è possibile ? La nostra oratoria non funziona ?

Certamente , poiché crescendo abbiamo dimenticato il linguaggio primordiale , quello non verbale!

I nostri rapporti si basano soprattutto su principi e messaggi diversi da quelli verbali. Quando entriamo in contatto con gli altri è il nostro corpo che parla, al di là del fatto che non ce ne rendiamo conto: …… atteggiamenti inconsci ma reali ?

Due sono quindi i tipi di comunicazione : quella logica ovvero verbale basata sulla parola e quella analogica ovvero non verbale che sfrutta i gesti, le espressioni, i suoni, i toccamenti, l’intonazione della voce, le posture.

La principale funzione della Comunicazione logica è quella di descrivere le cose, di fare affermazioni, di esprimersi, del contatto sociale . Essa si base sulla grammatica e sulla sintassi.

La Comunicazione analogica si rifà ad un rapporto di similitudine o di appartenenza tra il segno non verbale e ciò a cui esso rimanda. Altra funzione è quella di scaricare le emozioni riducendo la tensione, creando un effetto nel rapporto con l’altro, influenzando il comportamento dell’individuo, le sue reazioni.
Essa ha pure una funzione di stimolo ovvero provoca una sorta di eccitazione indotta attraverso i sensi, che investe funzioni e organi interni.

Il linguaggio del corpo

Che ne dite.. avete mai visto un gatto agitare la coda, piegare le orecchie, far le fuse ..e senza bisogno di parole capire immediatamente che esso vuole coccole o vuol mangiare ?

Comunichiamo con il corpo perché i gesti sono più appropriati delle parole quando vogliamo metterci in relazione con gli altri, quando vogliamo stabilire i nostri limiti, il nostro potere, la nostra capacità di influenzare.
Anche quando siamo soli mettiamo in atto comportamenti non verbali. Ci tocchiamo, ci grattiamo, ci stiriamo, ci muoviamo, cambiamo posizione, gesticoliamo….si tratta di comportamenti che hanno una relazione con il nostro passato e che ci fanno rivivere momenti in cui i nostri genitori facevano tali gesti su di noi per confortarci o rassicurarci.

Con il linguaggio del corpo noi comunichiamo le nostre emozioni in riferimento ai gesti altrui.

Noi nasciamo già dotati di una certa sensibilità per i segnali del corpo, solo che con il passare degli anni essa viene perduta poiché la parola ha assunto un’importanza sempre maggiore nella nostra cultura.

L’inconscio

Il linguaggio del corpo è un linguaggio arcaico e primordiale.

Il linguaggio che utilizza il nostro inconscio è proprio quello tipico di un bambino di cinque anni: figurato, semplice, privo di negazioni, di frasi ipotetiche, di parametri temporali.

L’inconscio si nutre di emotività, che può espletarsi in emotività positiva cioè il piacere o negativa cioè il dolore.

Tramite delle stimolazioni esterne, che possono essere verbali e non verbali, si producono degli stimoli interni o pulsioni. Esse creano coinvolgimento emotivo o ansioso nell’individuo che ne subisce l’effetto.

Si potrebbe dire cha comunicazione stimola in maniera energetica l’individuo, creando una tensione psichica, dove per tensione ci riferiamo più propriamente ad una tensione nervosa, alla tensione per gli esami, alla tensione per la guida, ad una grande attenzione, allo stress, alle preoccupazioni, all’ eccitazione…. .

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