martedì 19 maggio 2009

Il vasto panorama delle psicoterapie

Il panorama è assai vasto ed ampio: ben piu’ di 500 diversi tipi di psicoterapia e decine di scuole di psichiatria e al loro interno i vari approcci che ne declamano la “verità scientifica” di ognuna.

Ora, come scegliere la terapia piu’ giusta, senza correre il rischio di perdersi in una tale foresta di alternative di cura?

La valutazione dell’ efficacia e dell’ efficienza di un determinato approccio terapeutico presenta una certa difficoltà, sia a livello metodologico ed etico che a livello di verifica dei risultati finali di efficacia dei vari trattamenti. Nonostante ciò, negli ultimi trent’anni, c’è stata un’ evoluzione degli studi di ricerca applicata all’efficacia dei vari interventi psicoterapeutici.

Efficacia

Anche se estremamente controverso e di non facile definizione , tale concetto si riferisce ad una distinzione dei disturbi presentati all’inizio della cura; ad un non presentarsi degli stessi disturbi a distanza di mesi e di anni alla fine del trattamento; ad un miglioramento delle competenze sociali della persona; ad un incremento della soddisfazione sessuale e relazionale del paziente; ad un incremento delle sue capacità di performance professionali e interpersonali.

Spesso trattamenti farmacologici su ansie e fobie possono garantire un’efficacia sul momento, ma non possono essere ritenuti un intervento risolutivo, in quanto si prevede che la persona ricorra all’assunzione del farmaco in caso di ogni attacco.

Anche il caso della psicanalisi che dura molti anni non può essere annoverato tra i criteri di massima efficacia in quanto essa implica un massiccio rapporto di dipendenza da un’altra persona, cioè dallo psicanalista.

Efficienza

Altro concetto estremamente importante è quello del problema dell’efficienza della terapia.
Per efficienza si intende il rapporto positivo tra costi e benefici, ossia se il rapporto tra i costi sostenuti dal paziente sia vantaggioso rispetto ai benefici ricevuti dall’intervento. Tale aspetto viene sempre piu’ studiato a differenza di un tempo, in quanto è molto importante valutare concretamente il tempo impiegato per produrre dei miglioramenti nelle diverse terapie, prendendo in esame l’esistenza di possibili rischi e danni in rapporto ai benefici prodotti.

La ricerca valutativa sull’ efficacia e l’efficienza delle diverse forme di psicoterapia ha una storia piuttosto lunga e tormentata anche se i tempi attuali sono molto cambiati . Oggi la ricerca si è molto evoluta seguendo le linee di quella che è la ricerca scientifica in psicologia.

Tuttavia il termine psicoterapia può apparire un termine abbastanza ambiguo, in quanto esso racchiude un’ampia gamma di attività e di interventi diametralmente opposti.

Analizzando le impostazioni teoriche di fondo e le pratiche cliniche usuali, si nota che le psicoterapie attualmente disponibili si possono raggruppare in grandi aree teoriche-applicative: gli interventi che si riferiscono al modello teorico psicanalitico; gli interventi che si riferiscono al modello comportamentista; gli interventi che si riferiscono al modello rogersiano; gli interventi che si riferiscono al modelli relazionali sistemici; gli interventi che si riferiscono al modello cognitivista; gli interventi che si riferiscono a un modello sistemico-strategico e di terapia breve- strategica.

Psicoterapia di orientamento psicoanalitico

Si tratta di forme di terapia che si basano sulle teorie e la prassi psicanalitica, partendo da quelle freudiane e junghiane per arrivare a quelle che fanno capo a grandi maestri quali Reich, Adler, Klein.
La cura è un processo di scavo nell’inconscio del paziente alla ricerca di cause, frutto di traumi del passato, che avviene all’interno della relazione tra psicanalista (transfert) e paziente.
Le tecniche fondamentali si basano sull’interpretazione da parte dello psicanalista delle fantasie, associazioni mentali e sogni del paziente.
Il processo di solito si prolunga nel tempo, con piu’ incontri settimanali, che durano talvolta anni e che si svolgono con il paziente steso sul lettino. La teoria stessa impone che il cambiamento debba essere qualcosa che avviene nell’inconscio e poi nella via del paziente.

Comportamentismo e terapie comportamentali

Questo approccio si basa sull’idea fondamentale che i disturbi di una persona dipendono da apprendimenti disfunzionali, in cui l’ambiente e le caratteristiche comportamentali sono la matrice fondamentale dei disturbi psichici.
Tale terapia si basa su un intervento attivo del terapeuta basato a sua volta sul ruolo di guida pedagogica affinché il paziente affronti in maniera diversa, a livello comportamentale, le situazioni fino ad allora vissute come difficili.

Terapie familiari

Esse partono dal presupposto che il disturbo del paziente sia il frutto di un malfunzionamento dell’intero sistema familiare. La terapia si svolge coinvolgendo l’intera famiglia e mettendo in atto varie forme di manovre terapeutiche adeguate alla diverse situazioni.

Terapie rogersiane

Sulla base delle teorie di Carl Rogers (1970), tale approccio parte dal presupposto di condurre il paziente a ridefinire il proprio modo di percepirsi e di agire. Il terapeuta si limita ad avere una funzione di specchio del paziente stesso, riproponendo al paziente ciò che egli afferma sotto altra forma.

Psicoterapia cognitiva

Questo tipo di approccio nasce dalla sintesi dell’ esperienza comportamentista con gli studi di psicologia cognitiva e alle modalità di strutturazione della personalità (Guidano,Reda, Bawlby).
La caratteristica di fondo è la cura attraverso una graduale ridefinizione cognitiva delle esperienze vissute dal paziente e del suo modo di rielaborare la realtà. Si usano tecniche quali i semplici confronti cognitivi , ridefinizioni e ristrutturazioni cognitive o prescrizioni comportamentali.


L’ultima generazione di psicoterapie sono le psicoterapie brevi, che si dividono al loro interno in :

Psicoterapie brevi-analitiche

Esse si rifanno ai concetti psicanalitici di fondo e vengono dichiarate come interventi di crisi, cioè servono a tamponare la crisi del momento e aprono la porta ad una successivo percorso di psicanalisi in senso classico.

Psicoterapie brevi-strategiche

Si tratta di un modello emergente negli ultimi trent’anni e che deriva da filoni sistemici della terapia familiare (Scuola di Palo Alto) e dagli studi relativi all’ipnosi e alla suggestione (Milton, Erickson). Tale approccio si basa sull’assunzione del fatto che i disturbi psichici derivino dalle modalità percettive, cognitive ed emotive che il soggetto ha nei confronti della realtà.
Obiettivo di tale terapia è il cambiamento delle prospettive percepite del paziente, con conseguente cambiamento delle sue modalità reattive e comportamentali. Si rompe quindi un circolo vizioso di retroazioni che fa persistere la situazione problematica.
L’intervento è di tipo attivo e prescrittivo: prescrizioni dirette, indirette e paradossali, ristrutturazioni, utilizzo di comunicazione suggestiva;


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