lunedì 1 marzo 2010

La ferita dei non amati: Il dolore permanente di chi non si sente amato...

L'amore è anomalo in quanto accetta ciò che la norma rifiuta.

"La ferita dei non amati", come cita il meraviglioso libro di Schellenbaunm, è un fenomeno sociale, i genitori ad esempio che non riescono ad amare i propri figli nelle loro diversità sono fuorvianti dalle convenzioni sociali.

L'amore è una cosa naturale, esso scorre da sè quando non ci opponiamo alla vita.
Una vita libera genera amore.

L'energia vitale è amore verso se stessi e verso gli altri.

C'è un sentimento che i genitori non dovrebbero mai trascurare: la vergogna.

La vergogna scaturisce laddove vi sono punti di conflitto tra un inviduo e la società.

Le persone che si vergognano quando sono in presenza degli altri spesso non sono libere, non si amano, tendono a identificarsi con figure di riferimento idealizzate, sono inclini alla depressione.

Ci vergogniamo di ciò che non amiamo in noi .. come sempre però una parte è presa per il tutto... il disprezzo per un singolo aspetto di noi stessi è spesso il disprezzo per tutto il nostro essere.

Non dobbiamo nascondere al nostra ferita, ma avvicinarci e rivolgerci ad essa anche se è difficile resitere alle parole che provengono dal nostro intimo.

Chi da bambino non è stato amato troverà difficile amarsi sotto lo sguardo di un'altra persona e continuerà a sentirsi non amato.

Vi sono persone nelle quali tale ferita è cosi' profonda e antica da coinvolgere l'intera personalità psichica e condurre a vere e proprie forme di psicosi.

La ferita del non amato si forma sempre in un periodo in cui siamo simbioticamente legati ad un'altra persona.

Se questo legame è forte, la ferita causata dalla separazione o perdita dell'amore si radica cosi' in profondità, da non permetterci di riconoscerci se non nel dolore e nella distruzione.

Qualche volta, il fallimento di una storia d'amore tra due adulti potrebbe sembrare la raffigurazione della stessa perdita d'amore della prima infanzia; in realtà, ciò che avviene in età adulta è già avenuto molto tempo prima, nell'infanzia e nell'adolescenza.
Se non siamo stati amati, non siamo in grado di amarci spontaneamente.

Alla carenza di amore per noi stessi corrispondono delle zone oscure della conoscenza di noi stessi.

Possiamo riconoscere la persona non amata dal fatto che rispecchia gli altri laddove non conosce e non ama se stessa. Rispecchiando gli altri, si sforza di imparare a provare sentimenti ed emozioni .. si avrà cosi' un'identificazione riflessa cioè tenderà ad espletarsi in un' incessante richiesta della madre /padre in ogni persona che il non amato avvicinerà, aspettandosi il riflesso dell'amore per lui nei propri occhi.

I non amati sono dunque coloro che, in un momento critico dell'esistenza, in genere durante l'infanzia e l'adolescenza, hanno avuto con l'amore un esperienza traumatica e che ora continua a condizionare ogni loro esperienza affettiva, innescando un programma personalizzato che si mette in moto automaticamente in ogni loro modello di comportamento personale.

12 commenti:

  1. Sono tra quelle persone che amano in modo malato.
    Come ho letto in questo articolo e proprio dall'infanzia traumatica
    che ho messo in atto un meccanismo psichico di distruzione.
    Insicurezza,paura di perdere la persona che mi ama e visione contorta del bene,mi portano a mortificare la persona cara con l'indifferenza o con l'aggressività verbale.
    Come quasi dovessi diffendermi da un nemico.
    Poi mi pento..Anzi credo di sapere già prima di agire, che sto sbagliando,ma l'impulso è più forte della ragione.
    Sono forse una carnefice a cui è stato insegnato come distruggere armonia e sogni.
    PS:L'articolo è interessante.

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  2. Caro Anonimo,

    Noi tutti talvolta amiamo in modo sbagliato!

    L'amore e l'aggressività sono istinti di sopravvivenza senza i quali non potremmo vivere, la cosa più importante è agirli in maniera equilibrata , il che non è facile per nessuno.

    I problemi di una persona si innescano nell'atmosfera psicologica dell'ambiente familiare in cui cresce: le buone idee, le idee pazze, i sentimenti negativi, i desideri inibiti, gli atti distruttivi.

    Il padre e la madre proiettavano sulla prole tutti i loro fantasmi, influenzando cosi' la loro personalità.

    Le relazioni all' interno di un albero genealogico sono misteriose. Per comprenderle occorre entrarci dentro come in un sogno, bisogna viverlo.

    Ognuno deve fare la pace con il proprio inconscio, non deve liberarsi di lui ma trasformarlo in un alleato, impararne il linguaggio.

    Se la famiglia che vive dentro di noi ancorata alla memoria infantile è alla base del nostro inconscio, allora dobbiamo far evolvere ogni nostro parente trasformandolo in un archetipo.

    Dobbiamo innalzarlo al nostro livello di coscienza, dobbiamo esaltarlo, immaginarlo nell'atto di dare il meglio di sé stesso. Tutto ciò che diamo a lui lo diamo a noi. Ciò che gli neghiamo, lo neghiamo a noi.. come sostiene il grande Jodorowsky

    Caro Anonimo,
    visto che ha consapevolezza di tale evento perchè non considera la possibilità di farsi aiutare a risolvere tale situazione ...volere è potere..tutto può essere recuperato ..la cosa importante è DECIDERE DI FARLO.

    Emanuela

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  3. ciao!!!
    Ho conosciuto da poco tempo un uomo,purtroppo abitiamo a due ore di distanza ci siamo frequentati per 3 mesi, l'ultima volta che sono stata da lui, la sera prima della mia partenza, mi ha detto che non riusciva piu' a toccarmi e non desiderava neanche baciarmi!!!( erano 3 giorni che stavamo insieme e tutto era normale)Finalmente ha parlato in modo piu' chiaro e si e' aperto, mi ha detto che quando una storia comincia ad andare oltre ha un blocco improvvisamente non prova piu' piacere per lei in questo caso per me!! E' gia' capitato questo in passato, ma lei ha reagito male !!! mentre io vorrei aiutarlo! La sua paura e' la mia sofferenza per la rottura della nostra storia! Ma allo stesso tempo mi ha chiesto di non sparire!!! Premetto che so' da tempo del suo problema di astio con sua mamma che risale proprio al periodo dell'infanzia! In piu' a causa di un amore non corrisposto ha perso il suo lavoro!!! Ci tengo a questa persona e vorrei aiutarla cosa mi consigli? grazie in anticipo

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  4. Cara Anonimo,

    il senso sacrificale delle donne è senza limiti!

    Non puoi aiutare le persone che non vogliono essere aiutare, come non si può fare terapia ad una persona che non la vuole approcciare.

    Oltre a ciò ti invito a riflettere sul fatto che le cose/relazioni poco chiare e/o direi confuse generano confusione, ci portano lontano dai nostri veri obiettivi e ci fanno perdere del tempo prezioso che nessuno mai più ci restituisce, ferendoci e lasciandoci indifese e frustrate e tenedoci sempre in bilico.

    A tal proposito ti invito a leggere il meraviglioso libro di Robin Norwood "Donne che amano troppo" ...troverai degli spunti notevoli.

    Un abbraccio
    Emanuela

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  5. Ciao ti scrivo perche' volevo un consiglio, voglio molto bene ad una persona qui tengo tantissimo con il quale ho un rapporto di interscambio anche personale molto bello. E' una persona speciale per me molto interiorizzata con un animo nobile, purtroppo pero' lui si mortifica sempre dicendo che in realta' ha una parte oscura del suo essere della quale ha anche paura. Mi ha raccontato di aver fatto delle cose sbagliate da ragazzo e che conosce il lato brutto della vita. Io lo capisco perche' deve aver sofferto molto, ma sono preoccupata per lui perche' e' come se lui non riuscisse ad arrivare alla parte vera di se stesso (ha il terrore di entrare dentro se stesso) che e' bellissima io l'ho vista e sentita non appena l'ho conosciuto. Lui fa parte di una famiglia di 5 persone e' l'ultimo di tre figli, ha due sorelle piu' grandi lui ha 42 anni, mi ha raccontato che e' stato il padre a volerlo a tutti i costi che quindi la madre lo ha concepito non proprio volentieri. Almeno questo e' quello che dice lui, mi ha raccontato che sin da piccolo si e' sempre considerato un diverso, la mamma lo puniva perche' era uno che diceva sempre quello che pensava e se c'era da fare una cattiveria per giustizia lui la faceva. Ha interiorizzato una parte negativa di se e l'ha incollata a tutto il suo essere. Il padre lo ha da subito instradato sulla via dell'uomo tutto d'un pezzo e con mille responsabilita' lui di contro evidentemente per sfuggire all'indifferenza della madre ed alla pressione del padre ha iniziato a frequestare persone non molto positive ed entrare in circoli strani. Ma non ha mai portato problemi a casa. da bravo soldatino si e' sempre lavato i panni sporchi da solo. Come posso aiutarlo e far venire fuori la vera personalita' che cela dentro di se, e' un oratore formidabile,una mente recettiva, un animo buono, protratto verso l'aiuto del prossimo, ama le arti come la scrittura, si documenta moltissimo su argomenti filosofici teologici spirituali. Grazie

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  6. io sono fidanzato da 3 anni e voglio molto bene alla mia ragazza, solo che negli ultimi tempi non ho voglia di fare molte cose insieme a lei... quando facciamo l'amore va tutto bene, ma poi il giorno dopo stiamo peggio di prima ed io ho sempre una voglia irrefrenabile di fare l'amore con lei, però questo desiderio in lei non lo vedo ultimamente...sto pensando seriamente che il nostro rapporto sia finito purtroppo... è così secondo voi?

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  7. io faccio parte di quelle donne che hanno avuto una ferita infantile, oppure non ho percepito quell' amore da parte del papà, essendo malato e sempre via e mancato troppo presto..
    E la mamma, vedova giovane ha fatto molto, ma un po' di serenità le è mancata.
    Eccomi ora all'alba dei 40 anni a rimpiangere relazioni significative distrutte a causa della mia ossessiva ricerca di attenzioni.
    Ho perso così persone importanti (fondamentali) per la mia felicità...che ora sn felicemente sposate con altre.
    E io ho cercato di andare avanti. Ho bimbo stupendo ma con la persona sbagliata.
    Quando assaggio la felicità....dura ben poco.
    E di nuovo mi sfugge...
    ...io sono quella che NESSUNO SCEGLIE PER LA VITA..
    Sono quella sbagliata..che vive come può...non come vorrebbe.
    E che perde sempre il meglio. Non lo merito.
    Ed ecco che anche la mia mamma ora sta male...
    La vita mi sta togliendo tutto....grazie per l'attenzione...e per questi spazi...

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    1. Cara meravigliosa donna, accolgo e assaporo il tuo dolore ma permanere nella consapevolezza senza azione non serve a nulla .... la vita va avanti cosi' come procede la da nostra scru'ittura, da sx a dx ovvero dal passato al futuro....
      che dirti , se da sola non ce la fai, AGISCI ! FATTI AIUTARE !
      peccato che sprechi il tuo tempo per un passato che non ritorna.... il tempo non ce lo restituisce più nessuno !
      Un cammino che porta alla felicità é la generosità ... concediti agli altri senza nulla in cambio ...

      un mega abbraccio
      Emanuela

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  8. Ciao, fortunatamente sono stata amata, molto, dai miei genitori, tuttavia molto tempo fa ho deciso di vivere la mia vita in un'altra città. Ho sempre mantenuto dei rapporti con i miei genitori, sono figlia unica e il senso di colpa per averli "lasciati" a volte si fa sentire... Tuttavia quando sto con loro non mi sento più amata, soprattutto da mio padre. E' una continua critica, litighiamo spesso, quando va bene non ci parliamo... sento che non apprezza nulla di me, della mia vita, delle persone che frequento... e mi chiedo: perché mi ostino a farmi del male andandolo a trovare? Non trovo risposte...

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  9. Ciao. La cosa che più mi ricordo chiaramente da piccolo è che piangevo spesso e accusavo i miei genitori di non volermi bene. Sono sempre stato un tipo ansioso, ma dopo una serie di eventi traumatici ho sviluppato un disturbo bipolare. Adesso l'umore è stabile e sufficientemente alto da tempo grazie alla compensazione farmacologica. Ma i miei problemi psicologici rimangono, soffro d'ansia e di fobia sociale e proprio stasera mentre eravamo tutta la famiglia a cena, mi sono reso conto che ho bisogno di attenzioni e ho una fame d'amore che mi provoca angoscia, proprio come quando ero bambino ed è sicuramente questa la causa della mia ansia e della mia fobia sociale. Un disperato bisogno d'affetto che si manifesta col terrore di poter essere rifiutato e quindi con un comportamento compiacente che annulla la mia dignità. Non ce la faccio più. che cosa mi consigli?

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