L’ aggressività è una pulsione, un istinto che fa parte della natura, quindi comune a tutti. Questa spinta interiore altro non è se non l’istinto di conservazione, l’istinto piu’ forte di cui la natura ci ha provvisti.
E’ Melanie Klein che fa risalire addirittura alla prima infanzia la comparsa di questa pulsione; la tendenza all’aggressività compare addirittura nei primi mesi di vita del bambino: la sua prima esperienza è quella del seno materno che è buono quando gli offre il latte ed è cattivo quando glielo nega, e allora l’aggressione prende la forma del mordere.
Alfred Adler formulò la teoria della “volontà di potenza” come tendenza aggressiva di auto protezione che nasce dal sentimento di inferiorità provato dal bambino quando viene a contatto con sensazioni negative di disagio, di umiliazione, di orgoglio ferito. In realtà il solo confrontarsi con il mondo degli adulti fa sentire il bambino piu’ piccolo , piu’ debole e ciò provoca reazioni immediate che vengono compensate con i meccanismi di difesa, attraverso i quali affermerà se stesso e la propria realizzazione.
Evidentemente se mancasse all’uomo la tendenza aggressiva, gli mancherebbe la capacità di difesa nella lotta per superare le difficoltà e gli ostacoli che la vita costantemente costringe ad affrontare.
Tale impulso vitale opera diversamente a seconda del temperamento individuale ed è esso stesso, con tutte le sue componenti, a rivelare quanto un soggetto ne possa essere preda per debolezza o sappia controllarla con la propria forza di volontà o senso morale.
L’aggressività è dunque ardore, attivismo, combattività , lotta per la vita se canalizzata bene e nella giusta direzione; se repressa o mal gestita può provocare nevrosi, depressioni, disturbi psicosomatici e quindi “distruzione”.
Tali osservazioni di carattere psicologico ne confermano il valore sia positivo che negativo dell’aggressività.
Ogni sistema grafologico comprende indici grafici che si riferiscono a tale istinto.
In realtà la tendenza aggressiva si mescola talmente con le altre qualità psicologiche, che anche quando essa è molto accentuata, l’interpretazione può non essere facile.
Un’aggressività che non dà ombra di dubbio è data certamente da una FORTE ANGOLOSITA’, una FORTE PENDENZA , un RITMO SERRATO e INCALZANTE, delle ASTE GROSSE. Pensiamo alla scrittura di Hitler, esempio massimo di un’aggressività lucida e priva di esitazioni.
Altre manifestazioni di aggressività possono essere la PRESSIONE VARIABILE, un CALIBRO ESAGERATO DELLA SCRITTURA IN SENSO VERTICALE, degli OCCHIELLI ACUTI, la STRETTEZZA DELLE TRIPLICI LARGHEZZE, una REGOLARITA’ ESASPERATA, ERETTA: quindi un’esagerato senso dell’Io, angoli appuntiti e vivi, estrema rigidità.
Nonostante esistano combinazioni di segni che indicano inequivocabilmente la presenza della tendenza all’aggressività come sopra menzionato, non si possono tuttavia stabilire schemi fissi e definitivi, perché il temperamento individuale dell’uomo si sottrae ad ogni schema prefissato ed ancora piu’ difficile ne è l’individuazione dell’istinto di aggressività in soggetti in cui cultura, educazione e sensibilità hanno permesso di tenere sotto controllo tale istanza e di indirizzarla in senso positivo. E’ quindi impossibile sistematizzare le infinite combinazioni in cui tali segni compaiono: si tenga inoltre presente che l’istinto aggressivo è talvolta ben mascherato nella scrittura cosi’ come in tutto il comportamento.
Talvolta l’istinto aggressivo, un CALIBRO ALTO con forte tendenza autoritaria INTOZZATA I°, ACUTA, TAGLI T LUNGHI E SOPRAELEVATI, è tenuto a freno dall’autocontrollo o da un desiderio ambizioso di dare un’immagine di sé positiva ACCURATA .
In altre scritture il segno dell’aggressività puo’ essere rappresentato da SLANCIATA, (accentua SPAVALDA) indice di un’impulsività non ben gestita, sia a livello verbale che fisico.
Senza dubbio talvolta cultura ed educazione convogliano l’impulso aggressivo verso l’ironia, il senso critico, la sagacia come si può ben vedere da una determinata PRESSIONE, dal CALIBRO, dalle ANGOLOSITA’, da una certa INCLINAZIONE DEL RIGO.
Ci sono quindi modi diversi di gestione dell’istinto aggressivo che è estremamente e assolutamente variabile e individuabili solo all’interno di un determinato contesto grafico di una determinata scrittura.
E’ Melanie Klein che fa risalire addirittura alla prima infanzia la comparsa di questa pulsione; la tendenza all’aggressività compare addirittura nei primi mesi di vita del bambino: la sua prima esperienza è quella del seno materno che è buono quando gli offre il latte ed è cattivo quando glielo nega, e allora l’aggressione prende la forma del mordere.
Alfred Adler formulò la teoria della “volontà di potenza” come tendenza aggressiva di auto protezione che nasce dal sentimento di inferiorità provato dal bambino quando viene a contatto con sensazioni negative di disagio, di umiliazione, di orgoglio ferito. In realtà il solo confrontarsi con il mondo degli adulti fa sentire il bambino piu’ piccolo , piu’ debole e ciò provoca reazioni immediate che vengono compensate con i meccanismi di difesa, attraverso i quali affermerà se stesso e la propria realizzazione.
Evidentemente se mancasse all’uomo la tendenza aggressiva, gli mancherebbe la capacità di difesa nella lotta per superare le difficoltà e gli ostacoli che la vita costantemente costringe ad affrontare.
Tale impulso vitale opera diversamente a seconda del temperamento individuale ed è esso stesso, con tutte le sue componenti, a rivelare quanto un soggetto ne possa essere preda per debolezza o sappia controllarla con la propria forza di volontà o senso morale.
L’aggressività è dunque ardore, attivismo, combattività , lotta per la vita se canalizzata bene e nella giusta direzione; se repressa o mal gestita può provocare nevrosi, depressioni, disturbi psicosomatici e quindi “distruzione”.
Tali osservazioni di carattere psicologico ne confermano il valore sia positivo che negativo dell’aggressività.
Ogni sistema grafologico comprende indici grafici che si riferiscono a tale istinto.
In realtà la tendenza aggressiva si mescola talmente con le altre qualità psicologiche, che anche quando essa è molto accentuata, l’interpretazione può non essere facile.
Un’aggressività che non dà ombra di dubbio è data certamente da una FORTE ANGOLOSITA’, una FORTE PENDENZA , un RITMO SERRATO e INCALZANTE, delle ASTE GROSSE. Pensiamo alla scrittura di Hitler, esempio massimo di un’aggressività lucida e priva di esitazioni.
Altre manifestazioni di aggressività possono essere la PRESSIONE VARIABILE, un CALIBRO ESAGERATO DELLA SCRITTURA IN SENSO VERTICALE, degli OCCHIELLI ACUTI, la STRETTEZZA DELLE TRIPLICI LARGHEZZE, una REGOLARITA’ ESASPERATA, ERETTA: quindi un’esagerato senso dell’Io, angoli appuntiti e vivi, estrema rigidità.
Nonostante esistano combinazioni di segni che indicano inequivocabilmente la presenza della tendenza all’aggressività come sopra menzionato, non si possono tuttavia stabilire schemi fissi e definitivi, perché il temperamento individuale dell’uomo si sottrae ad ogni schema prefissato ed ancora piu’ difficile ne è l’individuazione dell’istinto di aggressività in soggetti in cui cultura, educazione e sensibilità hanno permesso di tenere sotto controllo tale istanza e di indirizzarla in senso positivo. E’ quindi impossibile sistematizzare le infinite combinazioni in cui tali segni compaiono: si tenga inoltre presente che l’istinto aggressivo è talvolta ben mascherato nella scrittura cosi’ come in tutto il comportamento.
Talvolta l’istinto aggressivo, un CALIBRO ALTO con forte tendenza autoritaria INTOZZATA I°, ACUTA, TAGLI T LUNGHI E SOPRAELEVATI, è tenuto a freno dall’autocontrollo o da un desiderio ambizioso di dare un’immagine di sé positiva ACCURATA .
In altre scritture il segno dell’aggressività puo’ essere rappresentato da SLANCIATA, (accentua SPAVALDA) indice di un’impulsività non ben gestita, sia a livello verbale che fisico.
Senza dubbio talvolta cultura ed educazione convogliano l’impulso aggressivo verso l’ironia, il senso critico, la sagacia come si può ben vedere da una determinata PRESSIONE, dal CALIBRO, dalle ANGOLOSITA’, da una certa INCLINAZIONE DEL RIGO.
Ci sono quindi modi diversi di gestione dell’istinto aggressivo che è estremamente e assolutamente variabile e individuabili solo all’interno di un determinato contesto grafico di una determinata scrittura.
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