Cari Amici, Care Amiche,
Pubblico con piacere i due articoli seguenti redatti dalla mia cara amica Lara Burchiellaro, fine conoscitrice della psiche umana nei suoi infiniti meandri.
Alcune allergie ai pollini, tipo ad esempio l’allergia alle Graminacee sono responsabili di sintomi respiratori (raffreddore, tosse, asma o riniti) che compaiono nei mesi di maggio/giugno.
Il polline è il seme maschile dei fiori. E' costituito da piccoli grani, di forma diversa a seconda della specie vegetale, invisibili ad occhio nudo.
La pollinosi, o meglio l’allergia al polline, si manifesta nelle persone allergiche quando la concentrazione del polline nell’aria raggiunge una determinata soglia. Negli ultimi decenni, la medicina ufficiale ha riconosciuto un’interazione crociata tra allergia ai pollini ed intolleranza ad alcuni alimenti, per cui una persona allergica alle graminacee non può mangiare alimenti, quali sedano, pomodoro, semi e quindi olio di semi, uova, salsicce, latticini, banane, patate, addirittura le mele. Di per sé l’allergia crociata significa che la reazione istaminica dovuta a pollinosi si somma a quella scatenata dall’assunzione degli alimenti di cui sopra (e non soli di questi) potenziando la secrezione di muco e la conseguente infiammazione dei tessuti otorino-faringei.
Prendere vitamina C aiuta! Fare un viaggio ai tropici in concomitanza dei mesi primaverili, magari con il partner, anche di più! Ma siamo sicuri che la sindrome allergica sia il risultato unico ed esclusivo di soli fattori organici? Si può rispondere che il motivo di allergie stagionali e di intolleranze alimentari sia riconducibile a deficit enzimatici. Ed anche ad una aumentata trasparenza delle mucose intestinali, o ad alterazioni del sistema immunitario, che producono immunoglobuline che reagiscono con l’allergene e scatenano una reazione verso i mastociti e i basofili.
Tutto sicuramente corretto, ma non mi spiega, perché a maggio/giugno, se litigo con mio marito, ne vedo il giorno dopo, occhi rossi, congestione nasale, tosse canina, prurito incessante; se mi coccolo il marito, me lo vezzeggio, lo stravizio, divento la sua femmina, gli dico in intimità ciò che gli piace tanto fin da quando eravamo ragazzi, ovvero "Fammi tua!" oppure "Ti appartengo!", anche in pieno bollettino da tempesta di pollini, il giorno dopo lo vedo allegro, sano come un pesce, e senza riniti. Poi capita che si litighi di nuovo e puntualmente gli torna un raffreddore da fieno che sembra stordirlo. Faccio la sua gattina affettuosa, gioco a fare la sua geisha, e il giorno dopo mi ritorna sano.
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mercoledì 2 giugno 2010
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