Il grande DALE CARNAGIE suggeriva di incominciare a vivere per dimostrare che ciascuno è in gran parte artefice della propria vita.
Se prima impariamo ad accettarci, vedendo i lati buoni con la stessa lucidità con la quale vediamo quelli che buoni non sono, e poi ci diamo da fare per raggiungere i nostri scopi, le probabilità di ritrovarci a sprecare tempo ed energie preziose nell'angosciarci saranno necessariamente minime.
Parole radiose ma facile non é!
Talvolta siamo incapaci di ritrovarci ed in confronto a quello che dovremmo essere, siamo svegli soltanto a metà.
Spesso una macedonia di idee sibilline ci depistano e cosi' naufraghiamo.
Emerson diceva: " C'è un momento nella maturazione di ciascuno in cui si arriva alla convinzione che l'invidia è ignoranza; che l'imitazione è suicidio; che bisogna nel bene e nel male prendere se stessi per quello che si è; che, benchè l'universo sia pieno di ricchezze, nessun chicco di grano può nascere se non ci diamo da fare sul pezzo di terra che ci è stato dato da coltivare. L'energia che risiede in noi è nuova nella natura, e noi soli possiamo sapere quello che siamo capaci di fare, e non lo sappiamo finchè non ci mettiamo alla prova".
La maggior parte delle persone muore di ansia e dissipazione perchè dissipa le proprie energie e si tormenta per le cose che non riesce a finire.
La maggior parte della stanchezza che sentiamo è di origine psichica, dovuta a fattori di origine psicologica cioè essenzialmente emotivi.
Una della cause principali della stanchezza è la noia.
La nostra vita è quella che i nostri pensieri vanno creando.
Se parliamo con noi stessi ogni giorno, potremmo autoindurci al coraggio, alla gioia, alla pace.
A volte dovremmo veramente vergognarci della nostra autocommiserazione; dovremmo piuttosto riflettere, ringraziare e pensare a tutto quello di cui dover essere riconoscenti e gratificare Dio per quello che abbiamo.
Pensiamo raramente a quello che abbiamo ma sempre a quello che NON ABBIAMO.
Ci sono due cose a cui bisogna mirare nella vita: primo, ottenere quello che si desidera; e, in seguito, trarne piacere.
Abbiamo vissuto in un paese di meraviglie, ma siamo stati troppo ciechi per vedere, troppo sazi per gustare.
Non dobbiamo mai preoccuparci di quello che dice la gente, se siamo convinti di fare del bene...facciamo tutto quello che il cuore ci dice che è giusto fare, perchè saremmo comunque criticati e gli altri avranno da ridire sia che facciamo o non facciamo.
Per vivere appieno è necessario avere degli amici: resistere alla tentazione di criticare e abituarsi ad abbondare in lodi e apprezzamenti sinceri ci servirà più di ogni altra cosa al mondo per riuscire a piacere agli altri.
E' inutile rimproverare la gente; la gente non accetta critiche sul proprio modo di comportarsi, per quanto sbagliato possa essere. La critica è inultile perchè pone le persone sulla difensiva e le induce a cercare una giustificazione. E' pericolosa perchè ferisce l'orgoglio della gente, la fa sentire impotente e suscita risentimento.
Siamo tanto smaniosi di approvazione quanto timorosi di critiche.
Spesso vorremmo cambiare le persone ma perchè non cominciamo da noi stessi?
Trattando con le persone non dobbiamo dimenticare che abbiamo a che fare con creature governate non dalla logica ma dalle passioni, impastate da pregiudizi e mosse dall'orgoglio e dalla vanità.
Un grande uomo mostra la sua grandezza dal modo in cui tratta gli altri. C'è un solo modo per ottenere dagli altri quello che vogliamo e cioè fare in modo che l'altra persona voglia quello che vogliamo noi.
Ma di solito che cosa vuole la gente? ...sentirsi importanti, che è una delle differenze sostanziali che rende l'uomo diverso dagli animali.
Pensiamo dunque a come soddisfiamo tale desiderio e potremmo capire chi siamo e chi sono gli altri.
E' questo che determina il carattere e che foggia la nostra personalità!
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lunedì 29 novembre 2010
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