Nel lavoro di analisi di uno scritto si dovrebbe sempre iniziare con una osservazione globale dello scritto, in modo da prendere coscienza tramite il nostro Intuito della realtà che effettivamente ci appare. Solo in un secondo momento l’attenzione ne valuterà e interpreterà il tutto razionalmente.
Per la grafologia il foglio rappresenta l’ambiente in cui si agisce e colui che si accinge a scrivere inquadra il suo scritto in tante maniere e nel modo che crede opportuno.
Potremmo avere scritture dal margine sinistro crescente o descrescente, dallo spazio tra lettere o interlettera largo, stretto o giusto e cosi’ via.
La sperimentazione pratica, che è poi la base su cui poggia la grafologia, ci dice che chi scrive lasciando poco spazio tra le varie lettere tende al rigore intellettuale, ad essere parsimonioso e concentrato su se stesso. Al contrario chi ha un interlettera larga tende a spendere, è benevolo, accomodante ed indulgente, sa parlare ed ascoltare.
Lo spazio tra lettere giusto o interlettera giusta è legato al senso di giustizia, di obiettività, alla saggia amministrazione delle proprie cose, alla capacità di ascoltare gli altri, alla comprensione delle ragioni altrui.
Lo spazio bianco tra parole rappresenta il momento di riflessione dell’attenzione verso l’interno, un momento di introspezione per tradurre il nostro pensiero in parole e frasi scritte.
Quando fra una parola e l’altra c’è poco spazio o la distanza è nulla, detto anche stretta tra parole, ciò significa scarsa capacità di riflessione sul nostro pensiero o per meglio dire impulsività e ipocritica.
Uno spazio tra parole eccessivo o larga tra parole indica perplessità, eccessivo controllo sul proprio pensiero e quindi molta autocritica. Si tenga presente che la scrittura veloce indica velocità di pensiero e perciò meno bisogno di spazio.
Un giusto spazio tra parole indica obiettività, prudenza, critica costruttiva, scetticismo, capacità scientifiche, amministrazione oculata.
Lo spazio tra righi o ( righe) ci dà importanti informazioni sulla psicologia della persona, che si ricollega ad una sfera personale , intima. E’ l’istinto che ci porta a distanziare i righi uno dall’altro, cosi’ come quando una persona si avvicina troppo a noi e sentendoci a disagio, tendiamo immediatamente a ristabilire la nostra personale distanza.
Una notevole distanza tra righi porta a schifiltosità, xenofobia, selettività nelle amicizie; al contrario, poca distanza tra righi, porta a facilità nei contatti con le persone, facile promiscuità, confusione tra sacro e profano.
D’altra parte anche una mancanza totale di schifiltosità porta la persona ad adattarsi alla sporcizia con danno o pericolo per la propria salute.
Uno spazio tra righi variato porta ad una schifiltosità moderata, precisione concettuale, facilità di approccio con le persone dell’ altro sesso, pulizia della propria persona senza cadere negli eccessi.
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