La scrittura dei malati
Un medico italiano particolarmente dedito alla ricerca, il professor Cesare Lombroso, ha apportato un contributo importante alla scoperta, nella scrittura degli individui, di indici rilevatori di anomalie della personalità.
Nel 1985, egli pubblicò un’opera nella quale esponeva i risultati ottenuti nel corso di lunghi anni di studi, durante i quali aveva analizzato il comportamento dei malati trattati nella sua clinica. Le sue osservazioni, di grande interesse, hanno fornito numerosi elementi d’informazione, per comprendere la personalità intima di individui affetti da anomalie che influenzano sia il loro psichismo che il loro stato fisico.
Un medico italiano particolarmente dedito alla ricerca, il professor Cesare Lombroso, ha apportato un contributo importante alla scoperta, nella scrittura degli individui, di indici rilevatori di anomalie della personalità.
Nel 1985, egli pubblicò un’opera nella quale esponeva i risultati ottenuti nel corso di lunghi anni di studi, durante i quali aveva analizzato il comportamento dei malati trattati nella sua clinica. Le sue osservazioni, di grande interesse, hanno fornito numerosi elementi d’informazione, per comprendere la personalità intima di individui affetti da anomalie che influenzano sia il loro psichismo che il loro stato fisico.
Quando esamina una scrittura, il grafologo non può fare a meno di astrarre certi indici caratteristici mettendo in evidenza una modifica profonda della personalità dello scrittore sotto l’influenza di una malattia. E’ dunque assolutamente indispensabile che egli possa determinare con precisione la differenza esistente tra il grafismo di un individuo considerato sano a tutti gli effetti e quella di un soggetto malato, sia nel corpo che nello spirito. Numerose malattie esercitano un’azione deprimente sul nostro organismo; in qualche caso ci sono delle affezioni che affondano il malato in uno stato di sovraeccitamento nervoso. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la direzione del grafismo di quest’ultimo non diviene ascendente; la scrittura rivela piuttosto la situazione anormale nella quale si trova, il suo stato depressivo e il disordine del suo comportamento.
Qualsiasi cambiamento che sopravviene nello stato patologico di un individuo comporta delle modifiche nel suo modo di scrivere ed esso è la conseguenza diretta delle deformazioni subite dal carattere dello scrivente, con una sensibile riduzione della propria energia fisica e psichica. In questo tipo di afflizione, le linee della scrittura sono discendenti: indici simili sono stati osservati in persone anziane che soffrono di crisi di sonnolenza e che conducono una vita sedentaria. Infine gli stessi sintomi sono pure visibili nel grafismo di numerosi alcolisti.
Il dottor Crépieux-Jamin ha osservato che, nelle persone che soffrono di fegato, in undici casi su dodici, le linee della scrittura sono discendenti; il grafismo di questi soggetti presenta le stesse caratteristiche proprie di soggetti dal temperamento bilioso: concentrato, raggomitolato su se stesso, scuro e privo di qualsiasi accessorio. L’esame di quarantuno scritture di donne affette da tubercolosi riportavano scrittura discendente, come pure diciassette scritture di soggetti con problemi cardiaci. Questi ultimi riportavano pure l’interruzione del tracciato delle aste delle lettere, degli occhielli e di molti tratti verticali.
Nella scrittura di molti cardiopatici, la punteggiatura è piazzata un pò al di sotto della linea di scrittura; come pure i punti sulle i discendono molto in basso, a due millimetri circa dal corpo della lettera.
La DISFASIA è un disturbo neuropatico caratterizzato da disturbi della parola. Sovente, l’intelligenza del malato ne è leggermente lesa ed esprimendosi, egli non riesce a pronunciare le parole che intende adoperare. A volte una parola prende il posto di un’altra; in altri casi il soggetto ripete sempre la stessa parola. Una tale anomalia può influenzare la scrittura, anche se non sempre anomalie del linguaggio sono direttamente proporzionali ad anomalie nella scrittura.
Nel 1867, Ogle creò il termine AGRAFIA per designare la perdita di memoria motrice che sovraintende i gesti grafici dell’uomo.
I sintomi dell’agrafia hanno manifestazioni estremamente variabili. In certi casi, il malato arriva a tracciare delle lettere o dei nomi assolutamente incoerenti e nella scrittura si riscontrano numerose ripetizioni di parole uguali. Talvolta ciò è solo temporaneo; altre volte è la conseguenza di un eccesso di esercizio dell’attività professionale o di abuso nella sfera sessuale. Nello stesso tempo e a intermittenza, il soggetto apporta numerose correzioni a ciò che scrive o sopprime parti di frasi. Traccia le stesse lettere due volte simultaneamente e certi termini sono particolarmente ripetuti.
Qualsiasi malattia che intacca il sistema nervoso ha delle conseguenze sulla scrittura del paziente. Uno dei disturbi piu’ tipici è il CRAMPO DELLO SCRIVENTE che si traduce con linee ascendenti e lettere dai contorni tremolanti.
In tale grafismo , la maggior parte delle lettere si riduce a dei semplici tratti orizzontali che non hanno una forma ben definita.
Tale disturbo non è propriamente una malattia; si tratta piuttosto della conseguenza di un’incapacità muscolare, cioè un muscolo che in stato di contrattura non funziona normalmente.
La PARALISI AGITANTE è caratterizzata essenzialmente da un tremolio continuo associato ad uno stato di paralisi. Nella scrittura si manifesta con scrittura discendente (fenomeno caratteristico della paralisi) cosi’ come da un tremolio la cui l’intensità è in funzione della gravità della malattia.
Quando è veramente grave, le lettere sono deformate e il grafismo presenta numerose similitudini con la malattia della Corea di Huntington.
Quindi possiamo dire che le persone che soffrono di determinate malattie hanno una scrittura tremolante. I tratti della penna sono lanciati con vigore in diverse direzioni, a volte in senso opposto ad una normale direzione di progressione. La penna graffia il foglio e proietta l’inchiostro in tutti i sensi. Quando tale malattia raggiunge un notevole grado di gravità, la penna viene rimpiazzata dalla matita.
L’ ISTERIA può assumere forme cosi’ diverse e complesse che nessun fenomeno grafico può essere considerato specifico di un determinato stato di isteria. Prima di una fase acuta il soggetto rivela già nella scrittura lo stato di tensione in cui si andrà a trovare. Passato il tutto, lo scrittore ritroverà il suo equilibrio fisiologico e psichico e la sua scrittura ridiverrà normale. A seguito di una crisi convulsiva, il soggetto può essere affetto da una PARALISI ISTERICA, che può assumere forme diverse, andando dalla paralisi vera e propria, a tremori o contratture. Presso alcuni malati, la circolazione del sangue cosi’ come il funzionamento dell’intestino o per meglio dire del processo digestivo possono subire delle alterazioni. Presso altri soggetti, le conseguenze dell’isteria si fanno sentire sull’attività intellettuale relativamente all’ intensità e alla regolarità della stessa.
L’esame delle scritture di quarantacinque isterici ha permesso di raccogliere un certo numero di osservazioni interessanti, come ampi e disordinati movimenti della penna, indici rivelatori dello stato di estrema agitazione o di disordine mentale e/o scrittura estremamente pendente anche se non molto rapida.
Talvolta il soggetto raddoppia o triplica la dimensione normale delle lettere. Tali stati tuttavia non sono da considerarsi rivelatori assoluti perché le stesse manifestazioni grafiche si possono presentare anche in altre situazioni, ad esempio sotto l’ impulso di uno stato di forte collera o di violenta passione in cui si è naturalmente sottoposti in presenza di un forte stato di tensione.
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