giovedì 9 dicembre 2010

Come trattare gli altri e farseli amici

Perchè parliamo volentieri di ciò che desideriamo?

Ciascuno di noi prova interesse per ciò che desidera, anche se agli altri non importa niente.

La sola via sicura per influenzare una persona consiste nel conversare di ciò che le interessa. Dal giorno della nascita in poi, tutto ciò che abbiamo fatto è perchè lo abbiamo voluto.

Nel suo libro "Influencing Human behavior", Harry Overstreet sottolinea: "L'azione sgorga direttamente dai nostri desideri fondamentali; il maggior consiglio che si possa dare a coloro che hanno da persuadere il prossimo, è di saper ridestare appassionati desideri".

Esiste un segreto del successo e sta nel riuscire a vedere dal punto di vista dell'altra persona, a uniformarsi all'angolo di visuale altrui..cioè il punto di vista degli altri ..qui sta la chiave!

Quelli che riescono a mettersi nei panni altrui, quelli che riescono a capire come la pensano gli altri, non dovranno mai preoccuparsi per quello che il futuro avrà in serbo per loro.

Suscitare negli altri il vostro stesso desiderio....chi ce la fa, ha tutto il mondo dalla sua parte. Chi non ci riesce, camminerà solo nel deserto.

La possibilità di esprimersi è fondamentale per la natura umana. Se abbiamo un'idea, invece di costringere gli altri ad accettarla, perchè non facciamo in modo che venga anche agli altri?

Dobbiamo capire come comportarci con gli altri.

Cerchiamo di vivere dell'amore che diamo.

Adler affermava nel suo "Il significato della vita":"E' l'individuo che non si interessa agli altri quello che ha più difficoltà nella vita e che procura più danno al prossimo. E sono questi gli individui che falliscono nei loro intenti". Non dimentichiamo mai che essere amichevoli con tutti è indispensabile.

Tutti indistintamente, dal più umile al più potente, proviamo simpatia e affetto nei confronti di chi ci ammira.

Se vogliamo farci degli amici entriamo nell'ordine di idee di fare qualcosa per gli altri.

Se vogliamo avere degli amici, salutiamo la gente con entusiasmo e vivacità.

Cerchiamo di non interessarci agli altri solo quando loro si interessano a noi.

E' sempre necessario dare altri l'impressione di essere importanti. Il desiderio di sentirsi importanti è un bisogno primario della natura umana...cioè venire apprezzati.

Si ha sempre bisogno dell'approvazione di coloro con i quali si viene in contatto. Si vuole vedere riconosciuta la propria dignità. Si vuole la consapevolezza di sentirsi importanti nel nostro piccolo mondo.

La vita di molti uomini potrebbe cambiare se solo qualcuno li facesse sentire importanti.

L'innegabile verità è che tutta la gente che incontriamo si sente superiore a noi in qualcosa e un modo sicuro per giungere al loro cuore è quello di far loro credere che riconoscete questa pretesa superiorità.

Emerson sosteneva: "Ogni uomo che incontro mi è in qualche modo superiore: da lui imparo sempre qualcosa". Non si può insegnare nulla; si può solo far si' che uno le cose le trovi in se stesso.

Sono poche le persone dotate di logica. La maggior parte di noi è piena di pregiudizi e preconcetti, è abbagliata dalla gelosia, dal sospetto, dalla paura, dall'invidia e dall'orgoglio.

Per quanto riguarda la formazione dei nostri convincimenti, siamo incredibilmente superficiali, ma nel momento in cui qualcuno ci propone di disfarcene, ci accorgiamo di esserne morbosamente affezionati.

Ci piace continuare a credere nelle cose cui siamo abituati, a considerarle come vere, e quando le vediamo attaccate o messe in dubbio la nostra presunzione ci spinge a trovare una scusa per difenderle.

Molto raramente permettiamo a noi stessi di capire con precisione il significato di quello che l'altro vuole.

Solo con la gentilezza e la cordialità si può ottenere qualcosa..."una goccia di miele prende più mosche di un litro di fiele". E la gentilezza e la simpatia fanno cambiare idea alle persone più facilmente di un atteggiamento intransigente e rabbioso.

La differenza sta sempre nel metodo e non nel fine.

Emerson diceva: "In ogni lavoro di genio ci sembra di riconoscere le nostre idee rifuitate;le percepiamo come se fossimo vittime di un delitto di lesa maestà"

Tutte le persone hanno una grande opinione di se stesse, noi compresi, e si considerano buone, care e altruiste. Ci piace infatti pensare di agire in base a queste motivazioni buone e nobili. Quindi, se vogliamo ottenere qualcosa, è a queste nobili motivazioni che conviene fare appello.

Se vogliamo "fare cambiare opinioni agli altri senza offendere e suscitare risentimenti" dobbiamo incominciare con un sentimento di rispetto e accettazione dell'altro. Il modo in cui reagirà alle nostre parole dipende dal nostro atteggiamento.

Richiamare l'attenzione sugli errori in maniera indiretta fa meravigliare le persone sensibili che potrebbero risentirsi tremendamente di ogni critica diretta.

Nessuno nasce maestro. Solo con l'esperienza si impara.

Ammettere gli errori, anche se non si è in grado di correggerli, può aiutare l'interlocutore a cambiare il suo atteggiamento.